Follow Techotopia on Twitter

On-line Guides
All Guides
eBook Store
iOS / Android
Linux for Beginners
Office Productivity
Linux Installation
Linux Security
Linux Utilities
Linux Virtualization
Linux Kernel
System/Network Admin
Programming
Scripting Languages
Development Tools
Web Development
GUI Toolkits/Desktop
Databases
Mail Systems
openSolaris
Eclipse Documentation
Techotopia.com
Virtuatopia.com
Answertopia.com

How To Guides
Virtualization
General System Admin
Linux Security
Linux Filesystems
Web Servers
Graphics & Desktop
PC Hardware
Windows
Problem Solutions
Privacy Policy

  




 

 

NOTE: CentOS Enterprise Linux is built from the Red Hat Enterprise Linux source code. Other than logo and name changes CentOS Enterprise Linux is compatible with the equivalent Red Hat version. This document applies equally to both Red Hat and CentOS Enterprise Linux.
Linuxtopia - CentOS Enterprise Linux Reference Guide - Uso di rndc

12.4. Uso di rndc

BIND dispone di una utility chiamata rndc che vi consente di amministrare il demone named in modo locale o remoto tramite istruzioni dalla linea di comando.

Per impedire l'accesso non autorizzato del demone named, BIND usa un metodo di autenticazione a chiave segreta condivisa per garantire i privilegi a determinati host. Ci� significa che una chiave identica deve essere presente in entrambi i file di configurazione /etc/named.conf e rndc, /etc/rndc.conf.

12.4.1. Configurazione di /etc/named.conf

Per consentire a rndc di connettersi al servizio named, � necessario disporre dell'istruzionecontrols nel proprio file /etc/named.conf.

L'istruzione controls, riportata nel seguente esempio, permette a rndc di collegarsi dal localhost.

controls {
  inet 127.0.0.1 allow { localhost; } keys { <key-name>; };
};

Questa istruzione indica a named di ascoltare sulla porta TCP 953 di default dell'indirizzo di loopback e abilita i comandi rndc provenienti dall'host locale, su corretta indicazione della chiave. Il <nome-chiave> specifica un nome nell'istruzione key all'interno del file /etc/named.conf. L'esempio successivo mostra l'istruzione key.

key "<key-name>" {
  algorithm hmac-md5;
  secret "<key-value>";
};

In questo caso, il <valore-chiave> usa l'algoritmo MD5. Usate il seguente comando per generare le vostre chiavi usando l'algoritmo HMAC-MD5:

dnssec-keygen -a hmac-md5 -b <bit-length> -n HOST <key-file-name>

� consigliabile una chiave con una lunghezza minima di 256 bit. La chiave effettiva da inserire nell'area <valore-chiave> si trova nel file <nome-file-chiave> generato da questo comando.

AttenzioneAvvertenza
 

Poich� /etc/named.conf viene letto da tutti, � consigliabile posizionare l'istruzione key in un file separato e leggibile solo da un utente root, per poi usare una istruzione include come riferimento. Per esempio:

include "/etc/rndc.key";

12.4.2. Configurazione di /etc/rndc.conf

key � l'istruzione pi� importante contenuta nel file /etc/rndc.conf.

key "<key-name>" {
  algorithm hmac-md5;
  secret "<key-value>";
};

Il <nome-chiave> e il <valore-chiave> devono avere le stesse impostazioni indicate nel file /etc/named.conf.

Per mettere insieme le chiavi specificate nel file /etc/named.conf del server, aggiungere le seguenti righe a /etc/rndc.conf.

options {
  default-server  localhost;
  default-key     "<key-name>";
};

Questa direttiva imposta la chiave di default globale. Tuttavia il file di configurazione rndc pu� specificare chiavi diverse per server diversi, come nell'esempio riportato:

server localhost {
  key  "<key-name>";
};

CautelaAvvertenza
 

Assicurarsi che solo un utente root possa leggere o scrivere sul file /etc/rndc.conf.

Per maggiori informazioni sul file /etc/rndc.conf, controllare la pagina man di rndc.conf.

12.4.3. Opzioni della linea di comando

Un comando rndc ha la seguente forma:

rndc <options> <command> <command-options>

Quando si esegue rndc in un host locale configurato in modo corretto, � possibile utilizzare i seguenti comandi:

  • halt — interrompe immediatamente il servizio named.

  • querylog — Attiva la registrazione delle richieste effettuate dai client a questo server dei nomi.

  • refresh — aggiorna il database del server dei nomi.

  • reload — Indica al server dei nomi di ricaricare i file zone, ma di non cancellare tutti i risultati memorizzati in precedenza. Ci� vi consente di effettuare delle modifiche ai file zone senza perdere tutte le risoluzioni di nomi archiviate.

    Se le modifiche riguardano solo una zona specifica, potete ricaricare solo quella zona aggiungendo il nome della zona dopo il comando reload.

  • stats — Trasferisce le attuali statistiche di named nel file /var/named/named.stats.

  • stop — Interrompe il server in modo tale da salvare tutti gli aggiornamenti dinamici e i dati Incremental Zone Transfers (IXFR) prima di uscire.

Se desiderate annullare le impostazioni predefinite nel file /etc/rndc.conf, sono disponibili le seguenti opzioni:

  • -c <file-configurazione> — Specifica la posizione alternata di un file di configurazione.

  • -p <port-number> — Specifica il numero di una porta da usare per la connessione rndc, diversa dalla porta 953 di default.

  • -s <server> — Specifica un server diverso da default-server elencato in /etc/rndc.conf.

  • -y <key-name> — Vi consente di specificare una chiave diversa da quella indicata dall'opzione default-key nel file /etc/rndc.conf.

Per ulteriori informazioni su queste opzioni, consultate la pagina man di rndc.

 
 
  Published under the terms of the GNU General Public License Design by Interspire